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Il costo dell’innovazione nella comunicazione

By juin 25, 2019#!30Mer, 11 Sep 2019 07:49:30 +0000Z3030#30Mer, 11 Sep 2019 07:49:30 +0000Z-7+00:003030+00:00201930 11am30am-30Mer, 11 Sep 2019 07:49:30 +0000Z7+00:003030+00:002019302019Mer, 11 Sep 2019 07:49:30 +0000497499amMercredi=184#!30Mer, 11 Sep 2019 07:49:30 +0000Z+00:009#septembre 11th, 2019#!30Mer, 11 Sep 2019 07:49:30 +0000Z3030#/30Mer, 11 Sep 2019 07:49:30 +0000Z-7+00:003030+00:00201930#!30Mer, 11 Sep 2019 07:49:30 +0000Z+00:009#Italy

Questo articolo è stato pubblicato da Marco Girelli, CEO di OMG Italia

 

Qualche giorno fa al global marketing meeting di Barilla ho colto questa affermazione: “una vera innovazione ha sempre un costo: se non ha un costo forse è solo una buona idea”. Penso sia vero ed è quello che in Omnicom media group ci impegniamo a fare, smettendola con tanti vittimismi.

Non credo che il mondo degli investimenti in comunicazione sia più leggibile seguendo le solite vecchie logiche, l’integrazione è complessa, straordinariamente veloce e richiede raffinati strumenti per leggere le dinamiche. Tuttavia pensare che viviamo in un mercato flat è sicuramente una grandissima sciocchezza. I clienti credono così tanto in un mercato dei consumi “digitale“, che continuano a proporre nuovi modelli impensabili fino a poco tempo fa: dall’insourcing di Unilever (https://bit.ly/2YihISw) alla contro comunicazione di Patagonia fino alla dmp comune Nessie di Upa (https://bit.ly/2X1BfF5). Noi in Omnicom crediamo che sia centrale fare un passo laterale per essere a fianco dei clienti perché in un mercato così avvolgente e metamorfico (Facebook il miglior partner del sistema bancario, chi l’avrebbe mai detto…) non esiste una sola storia da raccontare, ma ogni azienda ha la sua storia da trovare ed è li che noi vogliamo essere. Anche se siamo consapevoli che fare questa scelta un costo lo avrà. E per costo intendiamo non solo economico, ma anche organizzativo e di gestione, legato alla discontinuità.

Pochi giorni fa è stata pubblicata una ricerca che parlava della crisi di identità e autostima in cui vivono i pubblicitari, e io aggiungerei anche qualche società di consulenza che pensava che fare i soldi con la pubblicità fosse facile.

McDonald’s chiede ai suoi collaboratori Be Bold. Per noi Be Bold significa essere consapevoli della grande responsabilità che abbiamo e assumersela: questo significa dismettere modalità operative non più accettabili e costruire un rapporto di maggior rispetto con clienti e auditor.

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